magna grecia off road 2018

Magna Grecia Off Road: Kosovo-Albania 2018. Diario di viaggio

Un diario di bordo a tutti gli effetti, attraverso i colori e le emozioni che Albania e Kosovo hanno regalato all’allegra compagine del Magna Grecia Off Road

Un grazie grandissimo ad Aldo Marino, la penna di questo scritto che ho riproposto integralmente a partire dai suoi post facebook, ai quali le fotogallery si riferiscono.

Magna Grecia Off Road 2018: Kosovo e Albania, sulle strade di Scanderbeg

E’ tempo di iniziare il mio (solito) foto-racconto, foto-diario del viaggio, col club Magna Grecia Off-Road, in Albania 2018.
Vorrei iniziare dal “logo” del viaggio per significare, immediatamente, che si è trattata di una edizione particolare: dell’edizione tenuta in occasione dell’anno di Scanderbeg. Anche il nostro viaggio è rientrato fra i tanti eventi celebrativi.

Inoltre quest’anno ricorre anche il decennale dalla Indipendenza del Kosovo ed abbiamo voluto, fortemente, onorare la ricorrenza alla maniera del Magna Grecia, cioè inoltrandoci e scoprendo i suoi luoghi più affascinanti.
Il “logo” di questa edizione da pienamente conto di tutto ciò.

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Primo giorno (prima parte).

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Mesi di preparazione non sottraggono nulla al fascino misterioso della partenza e non distolgono comunque, il Magna Grecia, dallo spirito principe dell’associazione: l’attenzione verso i meno fortunati.
Lasciamo Bari con una luce poco primaverile, Durazzo, con le sue placide acque, ci accoglie sempre benevola.

Quest’anno abbiamo voluto donare, direttamente come sempre, ciò che abbiamo potuto presso una fantastica istituzione caritatevole: la “Shoqata Betania” che, in Fushë Krujë”, ed in maniera volontaristica accoglie ed accudisce amorevolmente tanti bambini in grave disagio familiare. La gioia con cui siamo stati ricevuti già giustifica e motiva il viaggio tutto. FOTOGALLERY

Primo giorno (seconda parte).

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Vi sono luoghi in cui l’umanità, nelle sue più varie espressioni, concentra forti e profonde motivazioni spirituali, storiche e/o religiose: San Pietro per i Cattolici; la Mecca per gli islamici; il Gange per gli induisti.

E per gli albanesi? Credo che il Castello di Scanderbeg in Kruja rappresenti giustamente il luogo sacro per tutti gli albanesi sparsi sulla superficie della Terra. Il punto esatto nell’universo in cui tutto il nostro essere albanesi, più o meno antichi, esalta la propria ragion d’essere e si rigenera. Senza dimenticare che, per oltre cinque secoli, questo luogo, questo “punto” è stato solo un sentimento, incompreso eppure forte; una melanconia di rapsodie e canti popolari; un ricordo ancestrale, evanescente eppure presente; il nostro luogo della memoria; il ventre (una rocca) della nostra genesi quale popolo Arbresh.

In occasione dell’anno di Scanderbeg non potevamo tradire la ricorrenza e così ci siamo recati a Kruja a rendere giusto omaggio all’eroe ed anche a corroborare i nostri spiriti. Abbiamo voluto farlo in maniera inusuale ed informale proiettando, alla presenza di S.E. Ilir Meta, Presidente della Repubblica di Albania; del Ministro del Turismo e Cultura della Repubblica di Albania Signora Mirela Kumbaro; dell’Amministrazione Comunale della città di Kruja, nella persona del vice-Sindaco; di Irene e Fatmir Toçi animatori dell’Istituto per il Libro e la Promozione; del Direttore del Museo, un breve e suggestivo video sull’Arberia (opera realizzata dal collettivo artistico “Radio NoMade”, che ringraziamo affettuosamente).

Desideravo che l’Arberia, in qualche modo, potesse simbolicamente tornare nei luoghi dove tutto, cinquecentocinquanta anni addietro, ebbe inizio.

Un infinito grazie al Presidente, al Ministro, al Sindaco ed alla Amministrazione (che ci hanno ospitato fraternamente) ed a quanti hanno voluto condividere, con noi, questo momento così significativo, così importante rendendolo veramente unico.
Lasciamo Kruja colmi di rinnovata energia e ci inoltriamo per i monti che custodirono, proteggendolo, Scanderbeg. Percorriamo “Rruga e Skanderbeut” destinazione Peshkopi. FOTOGALLERY

Secondo giorno.

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L’Albania è davvero una terra meravigliosa! Riesce a regalare esperienze e percorsi sempre nuovi ed ad ogni occasione ce ne meravigliamo.

Lasciamo Peshkopi di buon ora alla volta dei Laghi di Lurë, siti nell’omonimo Parco Nazionale. Una lunga quanto incredibile traversata fra le montagne ci regala incontri inaspettati e panorami mozzafiato. Il fruscio impetuoso dell’acqua ci fa da colonna sonora.

Accade, in Albania, nel mese di Maggio, l’incredibile: il Magna Grecia che deve arrestare la propria marcia dinanzi ad un muro di neve! Occorre proseguire, accompagnati dal nostro amico Pajtim, a piedi fino ai laghi ma è davvero un bel camminare.
Lasciamo, a malincuore, i laghi carezzando la vista e ristorando l’animo col viola dei delicati bucaneve che sembrano salutarci sperando sia un arrivederci. Ennesimo omaggio di questa terra generosa.

Cosa di meglio, per recuperare le energie, di un agnello cucinato alla maniera albanese? Dopo le fatiche di una lunga mattinata il giusto ristoro.
Affrontiamo il lungo tragitto, fra le montagne, di rientro a Peshkopi con negli occhi le meraviglie vissute ma senza perdere lo spirito e la voglia di affrontare un “bagnetto” fuori programma in uno dei tanti maestosi fiumi che ci accompagneranno per il viaggio intero.
FOTOGALLERY

Terzo giorno.

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Lasciamo Peshkopi e la sua ottima ospitalità alla volta della Kosova ma, come sempre, non sarà un trasferimento qualunque.

Anzitutto percorriamo una strada, verso “Kukës i ri”, famosa come “rruga të rinjtë”: la strada della gioventù. Così detta in quanto costruita, durante gli anni del regime, dai ragazzi, dagli studenti volontari (appena, appena obbligati a tale volontarietà). Comunque sia: una strada dai bellissimi panorami.

Arrivati alle porte di Kukës voltiamo verso le montagne, verso il villaggio di Shishtavec. 30 km meravigliosi di tornanti, acqua e paesaggi mozzafiato. Il villaggio ci attende in festa: si aprono le feste dei “Gorani”. Antica popolazione bulgara insediatasi da secoli nelle montagne di Sharr. Già di fede ortodossa e convertiti all’islam mantengono la memoria di antiche festività Cristiane, come questa di San Giorgio.

E’ l’occasione di scoprire nuove sonorità e nuovi colori. I tanti emigrati tornano al villaggio a salvaguardare la memoria. L’accoglienza, come sempre, è fraterna.

Dopo una sosta, alla maniera del Magna Grecia, in riva al fiume, in buona compagnia, riprendiamo la marcia verso la Kosova, finalmente. Una sosta, quasi obbligatoria, in un ottima cantina della cittadina di Rahovec al fine di riallineare il livello della cambusa. Ottimo il vitigno autoctono: il Vranac.

Ancora più allegri, di quando siamo arrivati, riprendiamo la strada verso il Canyon di Rugova. La notte rimanda a domani l’interessante città di Pejë le meraviglie del Canyon, che attraversiamo per intero verso il villaggio turistico di Bogë. FOTOGALLERY

Quarto giorno (prima parte)

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Giornata dedicata alla scoperta delle magnifiche montagne che coronano il canyon di Rugova. Dopo una giusta, abbondante, pioggia notturna lasciamo l’albergo avvolti da una morbida luce mattutina che preconfigura le meraviglie che incontreremo.
Lasciamo che a parlare siano le immagini:

Quarto giono (seconda parte)

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Continuiamo la nostra esplorazione sulle montagne che fanno da confine (finalmente definitivo) fra Kosovo e Montenegro.
I panorami cambiano al variare delle altitudini. Il luogo ideale per pasteggiare ai quasi 2.000 msl.

Luoghi ideali anche per la contemplazione. Intanto c’è chi riesce a guardare molto lontano!Fortunatamente siamo i soli spettatori di un improbabile, quanto esilarante, esibizione di gruppo.
E’ ormai ora di rientrare.

Le sorprese, però, non sono terminate. L’albergo, quale gesto di fraterna accoglienza, allieta la nostra cena tradizionale, in compagnia del nostro fraterno amico Fatmir Toçi, con uno spettacolo folcloristico. Davvero un bel modo di chiudere una intensa giornata. FOTOGALLERY

Quinto giorno.

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La Kosova, come tutti i Balcani, sono stati attraversati da tante storie, spesso contrapposte, che hanno sedimentato segni e testimonianze.

La giornata inizia con la discesa, attraverso il magnifico canyon, verso Pejë e la visita al Monastero Patriarcale, inserito nell’elenco dei patrimoni dell’Umanità dell’UNESCO. Non se ne conosce, con certezza, la data di fondazione ma, certamente, dal XIV sec. è sede spirituale dei Patriarchi ed Arcivescovi serbi.

Magnifiche le quattro chiese, costruite in epoche differenti. Magnifico l’intero complesso che, ahinoi, ancora oggi necessita della viglilanza delle Nazioni Unite.

Fra le tante opere d’arte segnalo l’antico trono ligneo, del XVIII sec, accogliente una icona, coeva, della “Madonna Achiropita”.

Lasciamo il Monastero salutando, con grande gioia, una pattuglia italiana delle KFOR di cui, ovviamente, uno dei membri si rivela essere calabrese.

Continuiamo a nutrire il nostro spirito di meraviglie naturali, questa volta, con la visita alle “ujëvarë e Drinit të bardhë” (cascate del fiume Drini bianco). Qui, per merito di una natura generosa, la meraviglia si fonde allo stupore. Non mancano le occasioni per familiarizzare con i tanti turisti, le tante turiste.

Ma è ormai tempo di ripartire per la destinazione finale: le non vicinissime montagne dello Sharr ed il villaggio di Brod, nello specifico, per godere della festa dei Gorani. Purtroppo un violento e prolungato temporale, che ci accompagna per quasi tutto il tragitto, costringe i tanti partecipanti a lasciare la montagna ed agli abitanti ad opere di ardita ingegneria. Giungiamo finalmente a Brod, non senza fatica: il nostro albergo ci accoglie giusto ai piedi della cima più alta dei monti Sharr. Appena sopra la stazione della funivia che porta alle piste sciistiche.

La lunga giornata, però, ci riserva ulteriori sorprese.

Il temporale ha causato l’interruzione della fornitura elettrica e, ben presto, il generatore dell’albergo ci abbandona al buio. E’ nelle difficoltà che si esalta il Magna Grecia che, con un intervento pressoché eroico quanto professionale, rimette in sesto il generatore di antica (antiquata) tecnologia orientale.

La cena, fra le tante difficoltà elettriche, la stanchezza ed il fascino dei luoghi diventa ancor più fraterna. FOTOGALLERY

Sesto ed ultimo giorno.

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Il sonno fra le montagne di Sharr non è disturbato che dai rumori della natura. Dopo una giusta colazione lasciamo l’albergo e Brod diretti a Prizren per scoprirne le bellezze. Intanto, in attesa di improbabili atleti, occasionali “sportivi” provvedono a radere l’erba di un campo di calcio che ha vissuto, certamente, tempi migliori.

Prizren, col suo centro storico inserito nell’elenco dei beni materiali patrimonio dell’umanità dell’UNESCO, stratifica magnificamente il susseguirsi e l’imporsi, nei secoli, delle varie religioni. Presenti le chiese ortodosse, tantissime le moschee. L’arte, declinata secondo canoni differenti, comunque strumento di avvicinamento al divino.

Le ore volano leggere ed è già tempo di ripartire alla volta di Durazzo, dopo un lungo trasferimento attraverso la moderna autostrada che collega, in poche ore, la Kosova al Mediterraneo.
Sul comodo traghetto una buona cena all’italiana è il miglior modo per anticipare, idealmente, il rientro.

Intanto Bari si fa sempre più vicina.
I sentimenti, come sempre, divengono contrastanti: la voglia, forse la gioia di rientrare; la malinconia di lasciare luoghi che, comunque, ti sono entrati nell’animo; sguardi che ti hanno colpito. Forse, inconsciamente, una piccola, profonda, porzione di noi è già in attesa della prossima partenza. FOTOGALLERY

Del viaggio è stato fatto anche un bellissimo video: collage di foto, riprese in diretta sia delle tappe del viaggio che degli spettacoli folkloristici locali, qualche intercalare estemporaneo di dialetto calabrese 😀 (il gruppo del Magna Grecia ha la sede operativa a Rossano Calabro). Guardatelo aprendo direttamente qui sotto

© 2018, Katia Pisani. All rights reserved.

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