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Tardoantico in Kosovo: la ricerca archeologica italo-kosovara

Lo studio delle rilevanze del Tardoantico in Kosovo occupa da circa un anno una squadra italo-kosovara di esperti archeologi e studiosi. Quella sotto è la sintesi della relazione che hanno presentato in occasione del completamento della prima rilevazione di territorio.

PROGETTO DI RICERCA ITALOKOSOVARO: Il Tardoantico in Kosovo

I° MISSIONE DI RICOGNIZIONE ARCHEOLOGICA E DI RESTAURO:  SURVEY  2017

Il Tardoantico in sintesi

Il Tardoantico è il periodo di transizione dal mondo antico a quello medievale ed è databile , a seconda delle regioni, all’incirca dalla II metà del III sec.a.C. al VI sec.a.C. (dall’imperatore Diocleziano all’imperatore Giustiniano ).

Nel III sec. d.C. l’Impero Romano ebbe un periodo di crisi economica e politica che fu risolta nel secolo successivo, grazie a imperatori come Diocleziano, Costantino e Teodosio , che modificarono profondamente le istituzioni imperiali creando una compagine statuale nuova con la divisone in due dell’Impero.

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Queste nuove istituzioni durarono fino agli inizi del V secolo, quando profondi sconvolgimenti in tutta l’area mediterranea porteranno ad una crisi più profonda.

Le invasioni barbariche trasformeranno le istituzioni romane fino al punto di porre fine all’Impero in Occidente e a produrre una crisi economica e demografica che cambierà il volto geografico del Mediterraneo.

Nel VI secolo l’Impero Romano è definitivamente cambiato e le sue istituzioni perdureranno, trasformandosi in quello che diventerà l’Impero Bizantino , solo a Oriente.

L’occidente è invece dilaniato da conflitti che portano alla formazione di una serie di regni romano- barbarici indipendenti.

In questo periodo la Chiesa cristiana ,che sul finire del IV secolo è l’unica ufficialmente riconosciuta, diventerà importante anche sulla scena pubblica e politica. Il Tardoantico fu un’epoca di crisi dove non mancarono però innovazioni e sviluppi in diversi settori ( arte, architettura, giurisprudenza, filosofia, religione ) che porteranno l’Europa verso la nuova età del Medioevo.

In questo arco temporale il territorio del Kosovo è importantissimo, essendo posto al confine tra l’Impero d’Occidente e quello d’Oriente lungo il III ed Il V sec. e, pur partecipando alla storia della parte orientale, sarà sempre influenzato dalla cultura latina fino alla sua definitiva scomparsa e l’entrata nella cultura bizantina.

Lo studio di questo periodo in questo territorio è importantissimo per capire lo sviluppo della perdurante istituzione imperiale e la sua evoluzione e trasformazione e la successiva nascita del Medioevo nei Balcani.

Breve descrizione del progetto sul Tardoantico

Il progetto ha come scopo lo studio sistematico sul periodo del Tardoantico in tutto il territorio kosovaro, eseguendo una mappatura di tutti i siti e monumenti già conosciuti e di quelli potenziali o individuati durante le ricognizioni archeologiche ( survey ), posizionando territorialmente ogni elemento con un GPS e inserendoli su una piattaforma GIS (Geographical Information System-Sistema Informativo Territoriale).

La raccolta dati (Data entry) sarà effettuata con diverse missioni di ricognizione archeologica sul territorio e con ricerche di archivio e bibliografiche , da studenti universitari italiani e kosovari che durante il lavoro sul campo verranno formati ed in seguito eseguiranno delle tesi di archeologia inerenti i lavori eseguiti.

Una volta raccolti i dati e dopo la loro analisi, verranno sviluppati una serie di progetti per il restauro e/o il recupero, tenendo conto delle specificità e delle criticità di ogni singolo monumento, sito o manufatto.

Sia i progetti di restauro e/o conservazione che le eventuali tesi di laurea che ne verranno prodotte saranno messi a disposizione delle locali autorità competenti per la conservazione.

La struttura della piattaforma

La piattaforma avrà la seguente configurazione:

  1. Una carta archeologica tematica sul Tardoantico del Kosovo, con posizionati tutti i monumenti , i ritrovamenti e la dislocazione dei reperti coevi ( insieme alla loro provenienza) esposti nei musei o conservati nei magazzini.

  2. Una carta della conservazione, cioè con l’indicazione del “ rischio” di degrado presente per ognuno dei monumenti, siti o reperti fornirà tutte le criticità riscontrate durante il loro “censimento” e corredate da un progetto di restauro o dalle modalità di manutenzione più opportune.

  3. Una carta storica del Tardoantico, composta da una serie di carte storiche diacroniche, scandite in fasi per ogni secolo, che daranno la trasformazione territoriale del Kosovo tra i secoli III e VI che possono essere declinate anche per singole aree tematiche ( le fortezze ,le città , la viabilità etc. )

Modalità di raccolta dei dati

Il progetto inizierà raccogliendo i dati sul territorio di tutti i monumenti, i siti ed i manufatti, divisi per ognuna delle sette regioni del Kosovo; per ogni regione verrà eseguita una ricerca particolareggiata per ognuno dei comuni esistenti.

La raccolta dei dati prevede una ricognizione archeologica per ogni territorio comunale e il conseguente posizionamento di ogni sito e/o monumento individuato. Per ciascuno, verrà effettuata una scheda qualificativa (di sito, di reperto o di monumento ) ed una scheda di restauro.

La ricognizione sarà effettuata tradizionalmente con squadre di archeologi e nei territori più impervi con l’uso di Droni VCR.

Durante le ricognizioni saranno presi in considerazione anche i materiali, esistenti in ogni singolo territorio, all’interno dei musei (nazionali, regionali o locali ) che abbiano la connotazione temporale appropriata.

Il risultato sarà un censimento totale del periodo Tardoantico che può essere integrato nel tempo in funzione di nuove scoperte, così come tutti i dati così raccolti saranno inseriti in un database di una carta territoriale GIS .

L’organizzazione della missione

Dal mese di giugno 2017 all’Università di Urbino si è cominciato a lavorare su una piattaforma Gis che rispondesse alle caratteristiche ricercate all’uopo.

Da settembre a novembre sono state svolte diverse riunioni tra le Università di Urbino , Università di Pristina e le imprese specializzate per definire il territorio dove eseguire i primi survey e le modalità di esecuzione.

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Regione di Prishtina
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Comune di Drenas/Gllogovc

Studiando approfonditamente il territorio, si è deciso di iniziare il progetto della Regione di Pristina all’interno del comune di Drenas in particolare nei tre seguenti siti :

  1. sopra la montagna di KASMAÇ nel villaggio di VUÇAK, appartenente alla Municipalità di Drenas/Gllogovc, a circa 12km a Sud Ovest dal centro, dove esiste una fortezza, la FORTEZZA DI VUÇAK, di epoca Tardoantica che è già soggetta di uno studio puntuale, mediante scavo archeologico, dall’Università degli Studi di Pristina. In base a ciò, sono disponibili già una serie di dati archeologici (ceramica ed altri manufatti, tecniche costruttive, tipologie delle malte) e bibliografici che, sviluppati, diventeranno il paradigma per identificare e riconoscere i reperti maker negli altri siti;
  2. presso l’area montuosa di Drenica vicino alla foce del LLAPUSHNIK (fig.17 e 18) appartenente alla municipalità di Drenas /Gllogovc , al confine con la municipalità di Malishevë a circa 10km a Ovest dal centro con la presenza della FORTEZZA DI LLAPUSHNIK, anche questa di epoca Tardoantica.
  3. sulle montagne antistanti il villaggio di VËRBOC situate nel territorio della Municipalità di Drenas/Gllogovc a circa 11 km a Nord del centro, dove si conosce l’esistenza di una terza fortezza coeva, la Fortezza di VËRBOC.

Le operazioni di sopralluogo sono cominciate nel dicembre 2017.

L’ATTIVITA SUL CAMPO

Il primo sito indagato è stato quello della fortezza di VUÇAK sopra la montagna di KASMAÇ , dove già da alcuni anni esiste una campagna di ricerca archeologica effettuata dall’Università degli studi di Pristina.

Qui gli scavi hanno individuato una fortezza, divisa in due siti adiacenti lungo i due promontori più altri della montagna, con un’origine databile dalla fine del IV al VI secolo a.C. , di cui sono già state individuate e scoperte le mura perimetrali in diversi punti e una delle probabili entrate.

Il survey ha avuto come scopo quello di posizionare ed identificare arealmente tutto il probabile perimetro del sito tramite GPS; durante i lavori sono stati trovati diversi reperti in superfice che non sono stati raccolti in quanto il sito è già soggetto ad indagine archeologica.

La zona da indagare era piuttosto aperta da vegetazione, tranne che nella parte Nord; si è rivelata, comunque, facilmente raggiungibile a piedi dalle squadre di survey, per cui non è stato necessario l’utilizzo di droni , operazione peraltro impossibile per il forte vento.

Il secondo survey è stato eseguito presso l’area montuosa di Drenica vicino alla foce del fiume LLAPUSHNIK, dove è attestata la presenza di un’altra fortezza anche questa probabilmente del V/VI sec. d.C. .

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Fortezza di Llapushnik

Di questa fortezza non si conoscono se non pochi lacerti , strutture in evidenza. Il sito era ricco di reperti che sono stati raccolti e portati al Museo del Kosovo di Pristina dove successivamente verranno studiati ed eventualmente restaurati.

Sono stati individuati dei punti che sono stati interpretati come possibile perimetro murario grazie all’abbondante frequenza di materiale archeologico rinvenuto, che è stato successivamente posizionato con il GPS.

Durante la ricognizione sono state anche individuate, a Nord-Ovest, delle trincee militari riferite con molta probabilità all’ultimo conflitto bellico, che hanno obliterato le evidenze archeologiche più antiche.

Il sito era piuttosto impervio e coperto da una ricca vegetazione arbustiva ed a tratti a macchia; nonostante ciò, è stato possibile effettuare le ricognizioni dalle squadre di survey senza problemi. Impossibile l’uso del drone per la troppa vegetazione.

Il terzo survey è stato effettuato sulle montagne antistanti il villaggio di VËRBOC, dove si conosce la presenza di una terza fortezza databile al periodo tardoantico , la fortezza di VËRBOC.

La fortezza è nota per il ricco ritrovamento di materiali archeologi di superfice già esistenti al Museo del Kosovo di Pristina e da ritrovamenti sporadici effettuati da storici locali anche se ad oggi non erano note, anche se supposte , strutture di un certo rilievo.

Durante il survey è stato possibile individuare le mura perimetrali della fortezza del lato ovest, con andamento nord-sud, e l’intero perimetro della stessa. Tutti gli elementi riconosciuti ed individuati, compresa l’area perimetrale, sono stati puntualmente posizionati con un GPS.

Abbondante è stato il ritrovamento di reperti archeologici di superfice, databili al V-VI secolo d.C.; gli stessi sono stati portati al Museo del Kosovo di Pristina dove verranno vagliati, restaurati e studiati.

Il terreno è risultato impervio per via della pendenza ma aperto dalla vegetazione quindi è stato possibile per le squadre di survey effettuare le ricerche. L’uso del drone non è stato necessario anche se non si esclude di fare un sorvolo dall’alto il prossimo anno per meglio identificare le strutture trovate.

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CONCLUSIONI

La prima missione DI RICOGNIZIONE ARCHEOLOGICA E DI RESTAURO ( SURVEY ) 2017, appena conclusasi ha raggiunto il suoi scopi.

Oltre ad aver raccolto diverso materiale depositato presso il Museo del Kosovo di Pristina, sono state individuate le strutture murarie della fortezza di VËRBOC.

Il materiale ceramico verrà vagliato , studiato e, quando necessario, restaurato presso il laboratorio di restauro del Museo stesso, da parte degli studenti seguiti dai docenti delle due Università e dai professionisti delle due società.

I dati presi durante i survey ,così come i risultati dello studio dei reperti ,verranno elaborati ed inseriti sulla piattaforma GIS , adempiendo così all’obbiettivo principale del progetto italo-kosovaro.

I risultati di questa prima missione verranno presentati nel mese di marzo 2018 a Pristina presso l’Ambasciata d’Italia e correlati da una mostra al Museo del Kosovo di Pristina. Per l’occasione sarà inaugurato il sito web del progetto di ricerca.

Si ringrazia per il progetto e per la relazione tecnica dalla quale è stato tratto il seguente articolo:

L’Università degli Studi di Urbino , Dipartimento di Scienze Pure e Applicate , Scuola di Conservazione e Restauro ( Capo progetto Prof.ssa L. Baratin), l’ Università degli Studi di Pristina – Facoltà di Filosofia , Dipartimento di Storia, Cattedra di Archeologia ( Capo progetto Prof. Arben Hajdari );

l’italiana Saciarkeo –Servizi Archeologici del Centro Italia – srl di Ancona diretta dal Dr. Pietro Ivanoch D’Aleo, e la kosovara Kosova Heritage sh.p.k di Pristina, due società specializzate in diversi settori dei Beni Culturali.

Si ringraziano, inoltre, il Museo del Kosovo di Pristina per la collaborazione e supporto e il Ministero degli Affari Esteri italiano per il contributo apportato.

Una menzione speciale per Merita Beqiraj, Elza Shipoli, Jehona Guri e Edijon Sellaj, studenti dell’Università di Pristina.

© 2018, Katia Pisani. All rights reserved.

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