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Monitor. Turismo Albania. Come scavarsi la fossa da soli!

EDITORIALE DI LUGLIO DELLA RIVISTA MONITOR

L’Albania ha avuto la possibilità, quest’anno, di entrare nella mappa dei luoghi turistici preferiti dagli europei. Come mai prima, è stata al centro dell’attenzione dei media stranieri. Che hanno paragonato le spiagge albanesi a quelle dei Caraibi; che ne hanno sottolineato la bio-diversità, tra mare, laghi di montagna, fiumi e opportunità per turismo d’avventura; che hanno lodato l’ospitalità della gente e il cibo gustoso e a prezzi bassi.

Una immagine diversa di una Albania bella, con gente buona, una immagine che per tanto ci era mancata e ha fatto sì che tanti turisti scegliessero l’Albania venendo anche da Paesi lontani, perfino dall’Australia.

Le cifre sono ottimistiche. L’INSTAT (l’Istat albanese, n.d.t.) ha registrato un raddoppio del numero di turisti nei primi sei mesi dell’anno. Il numero di cittadini stranieri che quest’anno hanno scelto l’Albania per le loro vacanze è stato di 561 mila, contro i 229 mila dello scorso anno, in crescita del 144% rispetto al periodo gennaio-giugno 2016.

Due agenzie polacche, la ITAKA, entrata sul mercato albanese dallo scorso anno, e la RAINBOW, che ha inizio quest’anno con i collegamenti charter, hanno prenotato alla fine dello scorso anno più di 1.000 camere negli hotel di Durazzo. Il che indusse il Comune alla rincorsa degli investimenti più proficui per migliorare le infrastrutture locali e la zona circostante, così come la qualità del servizio, aiutato dalla riduzione dell’IVA turistica al 6% e dagli sforzi del Governo per standardizzare gli hotel con la classificazione in stelle. Gruppi di turisti visitano le città albanesi attratti dalla loro storia antica e mistica, che si mischia all’ignoto dell’era comunista e al moderno degli anni successivi ai ’90.

Gli stranieri sembrano portare al Paese delle Aquile quello che si meritava da decenni, ma che lo Stato e il Governo locali non erano riusciti a dare durante la metamorfosi successiva alla caduta del comunismo.

Sembra, però, che l’Albania sia totalmente impreparata a far fronte a un flusso del genere. Gli stessi attori turistici sostengono che è ingiustificabile che, ancora oggi, l’Albania soffra per la mala gestione dei rifiuti, per la mancanza di acqua potabile, per l’interruzione di corrente o, comunque, corrente in bassa tensione, per il mancato trattamento delle acque contaminate, per la mancanza di uno standard uniforme di trasporto pubblico e per la puntuale apertura dei cantieri ogni anno in corrispondenza dell’arrivo dell’alta stagione.

Mentre gli stranieri, seppure fiduciosi che le cose possano migliorare (il profilo del turista straniero in Albania è quello del ‘senza grandi aspettative per gli standard’) ancora una volta vengono colti alla sprovvista dal primitivismo di uno Stato che non riesce nemmeno a soddisfare i propri stessi cittadini nelle loro esigenze minime.

Non riuscire a pulire la spazzatura, perché da due anni non si capisce bene quale è l’istituzione preposta all’organizzazione di questa attività, salvo poi in extremis ricorrere all’esercito, manco fossimo in tempo di guerra, va oltre qualsiasi immaginazione.

Restringere la carreggiata stradale dove ci si aspetta di avere, invece, più traffico di mezzi non solo va al di là dell’incompetenza, ma è diabolico (l’albanese, che nei secoli si è sempre distinto per la sua ospitalità, sta trattando con totale mancanza di rispetto i cittadini del Kosovo, che pure parlano la stessa lingua).

Non riuscire a completare le strade principali, avere ancora tutti gli scarichi fognari a mare, non essere in grado di controllare tutto il territorio (contro le costruzioni selvagge sulla litoranea) sono il modo per condannare un popolo alla miseria eterna.

Non riuscire a proteggere le persone dal rischio di annegamento al mare oppure dagli spaventosi incidenti con i motori d’acqua, nascondendosi dietro il gioco dello scaricabarile è vergognoso.

Dio ha dato all’Albania una natura così bella in così pochi chilometri quadrati che non avrebbe da invidiare niente a nessuno. Ma poi sembra essersi pentito di averle dato tanto e allora le ha “donato” una classe politica che negli anni non ha fatto nulla, a parte erodere senza pietà queste bellezze.
I numerosi stranieri quest’anno ci hanno ricordato che abbiamo un Paese dalla natura unica, di cui non basta vantarsi ogni mattina, ma che dovrebbe essere protetta e meglio amministrata, per non deludere le aspettative dei turisti provenienti da ogni dove.

Questa è la nostra occasione, quella che l’Albania non dovrebbe lasciarsi sfuggire!

Sito origianale: http://www.monitor.al/turizmi-si-po-bejme-gropen-vetes/

 

© 2017, Katia Pisani. All rights reserved.

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